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Attenuanti ricorrenti..

11 Aprile 2024 , Scritto da enrica bonaccorti

Ancora una volta le terribili cronache di questi tempi ci raccontano le tragiche storie di uomini e (soprattutto) di

donne a cui in varie forme è stata tolta la vita. Nei casi in cui gli assassini sono individuati e di conseguenza incriminati, inizia il processo. Ma iniziano anche tutti i ‘distinguo’ che la legge permette. Un caso esemplare è l’omicidio Impagnatiello, che oltre l’evidenza e l’ammissione di responsabilità, è arrivato alla sesta udienza del processo. Nelle aule di giustizia c’è battaglia sulla premeditazione, anche questa evidente in comportamenti accertati, ma si arzigogola, si chiedono perizie di psicologi e psichiatri, si danno sponde a sconti di pena e tutto quello che può essere una diminuzio di responsabilità. Ma a parte questo caso emblematico, è un protocollo che si ritrova sempre nei tribunali, persino se l’assassino è colto in flagranza mentre affonda il coltello nella schiena della sua vittima.  Chissà che pensieri lo attraversavano, chissà se era depresso, chissà cosa aveva mangiato la sera prima…

L’unica differenza di valutazione vorrei fosse soltanto fra omicidio e omicidio colposo, cioè senza intenzione di uccidere. Gia il preterinzionale, cioè procurare lesioni che anche senza volontà pregressa portano alla morte, merita una pesante punizione. Ma il massimo della pena lo meritano Tutti gli altri omicidi: tutti coloro che hanno volontariamente tolto la vita a un’altra persona, dovrebbero essere a loro volta privati della vita. Non fisicamente, noi non siamo assassini, ma socialmente non dovrebbero più avere diritto a vivere fra noi, né ora nè mai. Così come le loro vittime non torneranno più.. La morte non fa sconti, altro che sconti di pena.

 

 

 

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Dov’è finito il Plagio?

8 Marzo 2024 , Scritto da enrica bonaccorti

Dov’è finito il Plagio?

 

Sono anni che ripeto che c’è un vuoto legislativo gravissimo perché lascia campo libero a chi vuole ingannare, imbrogliare, carpire la buona fede, se non obnubilare del tutto la capacità di discernimento altrui. Dai danni patrimoniali a quelli esistenziali non c’è difesa. Perché c’è un lasciapassare per chi vuole rovinarci la vita: l’abolizione del reato di plagio. Siamo tutti fragili in qualche momento della vita, ma alcuni sono più fragili per l’età avanzata o per un’adolescenza tormentata, per una personalità debole, per una grande solitudine… Tutti terreni fertili per chi vuole approfittarne. Fino alla sua cancellazione nel 1981, la legge diceva che:

Chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione, è punito con la reclusione da cinque a quindici anni.

Della sua abolizione sono venuta a conoscenza soltanto vent’anni fa, e con grande stupore. Allora pensai che il motivo di non considerare più il plagio come reato fosse l’incapacità di verificare l’accaduto, di valutare i comportamenti dei carnefici e le condizioni delle vittime. Praticamente una confessione d’impotenza legale: visto che non siamo capaci di fare giustizia, fate quello che volete. Mi sembrava il mio solito pensiero troppo semplice, chissà quale lacciuolo legale mi sfuggiva… ma oggi scopro che il mio ragionamento non era così distante dalla verità: per la Corte Costituzionale il plagio è incostituzionale perché è indeterminato. Questo vuol dire che non si conoscono, né sono accertabili, i modi con i quali si può effettuare l'azione psichica del plagio, né come è raggiungibile il totale stato di soggezione che qualifica questo reato. Insomma, senza strumenti certi di indagine, senza capacità di comprendere, si rinuncia! E così imbroglioni di ogni tipo possono turlupinare singoli cittadini fragili o la fragilità di intere masse, senza che si possa intervenire per bloccarli. Penso alle varie veggenti e maghi che illudono migliaia di italiani e incassano migliaia di euro, ai tanti eredi che si occupano dei papabili benefattori riuscendo a convincerli solo a proprio vantaggio, famiglie disgregate per l’intromissione di un estraneo che sa come far cambiare idea a chi gli conviene. Quanti sono i casi privati e pubblici che abbiamo visto accadere sotto i nostri occhi? Nipoti e badanti, grandi anziani con grandi patrimoni, fino alle tragedie delle Sette, più o meno sataniche. Essere condizionati è più facile e frequente di quel che si pensa, possiamo esserlo senza averne coscienza, magari ringraziando persino chi ci inganna. Oltre alla classica manipolazione che certe personalità forti sanno esercitare su quelle più deboli, ci sono metodi di comunicazione ‘modellante’ che si possono studiare e imparare. Tecniche che somigliano a una sorta di velata ipnosi, ancora più incosciente perché, senza evidenza, porta sempre più la vittima a formulare pensieri e a prendere decisioni non sue. È una situazione subdola e pericolosa, perché la capacità di intendere non sembra violata, si risponde correttamente su questioni banali, si ricorda la propria vita, si fanno anche le moltiplicazioni, ma se si adopera bene il metodo, i pensieri andranno in un’unica direzione, quella programmata da chi vuole approfittarne. Nel nostro Parlamento che ha cancellato il reato di plagio, quanti per esempio conoscono la PNL? Non è una sigla politica o economica, la Programmazione Neuro Linguistica è una metodologia psicologica che riesce a condizionare il nostro cervello anche attraverso le parole, una tecnica di Counseling che, applicata nei giusti ambiti e con le giuste finalità, può ottenere risultati benemeriti, ma se usata come grimaldello di menti fragili, può ridurre l’altro alla sua mercé senza che se ne renda conto. Il plagio lascia nella sua scia famiglie spezzate, vite rovinate, patrimoni derubati. Non è un piccolo reato il plagio, ma per il nostro ordinamento giuridico non è neppure un reato?! A me sembrerebbe invece cosa buona e giusta riconsiderarlo tale, lavorarci su per migliorarlo e dare finalmente ai cittadini i necessari strumenti di legge per difendersi da quei delinquenti impuniti che rubano la mente e i soldi a chi è più indifeso. In tutto il Parlamento c’è chi avrebbe voglia di occuparsene, o va bene così?

 

 

 

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U-Turn @dimaio

24 Giugno 2022 , Scritto da enrica bonaccorti

U-Turn @dimaio

Faccio fatica a dirmelo, a pensarlo, a scriverlo, ma non sono abituata a nascondere i miei pensieri. Che sono rimasti attoniti nell’ascoltare in diretta il lungo discorso di Di Maio. All’inizio mi sembrava una fiction, DM ha un viso disegnato, pulito, espressività vicino allo 0, che solo il fortunato largo sorriso ravviva, mentre gli occhi restano vacui, in perenne automatica difesa di quello che non sa. Insomma nessuna fiducia, anzi una sicura diffidenza. Il discorso di abbandono del suo partito me lo aspettavo, le frasi di circostanza c’erano tutte, i sassolini e anche i macigni dalle scarpe se li era tolti, ma a un certo punto è arrivata l’abiura, le parole inequivocabili con cui smentiva il Vangelo che aveva predicato con forza, e sono rimasta colpita profondamente. Quando gli ho sentito affermare che “uno non vale l’altro”, che servono “le migliori competenze, le esperienze, le capacità personali”, mi si è abbassato il sopracciglio arcuato con cui fin dall’inizio lo stavo ascoltando e mi si sono sbarrati gli occhi. Come se Gandhi smentisse la non violenza, la maestra dicesse che scuola si scrive con la Q, il Papa negasse il perdono. Giggino, il ragazzo senza competenze ma con tanta faccia (immobile) tosta, il giovane figlio di Pomigliano che con 58 click su una tastiera ha poggiato le bibite e ha preso in mano l’Italia, lo sgrammaticato di buona volontà che chiamava il virus ‘vairus’ e ora tratta in nostro nome coi potenti del pianeta, ha parlato a tutti noi cittadini impotenti a tutto andando ben oltre i sassolini e i macigni prevedibili, DM ha proprio spostato una montagna, e ha adoperato parole semplici per cui estreme, parole chiare per cui rivoluzionarie. Dall’autoesaltazione più puerile all’autocritica più adulta. Sicuramente i più grideranno al tradimento, io ho visto la crescita, come dice Sala, di un ragazzo che ha fatto un lunghissimo stage e ha imparato molto. Ha giocato il jolly che ha sempre avuto in tasca, il Tempo che la sua gioventù gli ha assicurato. La presunzione, l’esaltazione, l’assolutismo che pervade chiunque a vent’anni, poi incontra la vita e si stempera. Immagino quanto possano avere inciso sulle conoscenze e sul temperamento gli ultimi 15 anni di questo ragazzo, vissuti perennemente in classe confrontandosi con docenti e materie in una scuola di formazione ai massimi livelli. Se riesco a mettermi alle spalle tutto l’ovvio pregresso che si può elencare, se metto una paratia fra i miei pensieri e il passato e mi concentro sul presente, sono contenta di quel che ho sentito, parole così chiare meritano  fiducia, oltre ogni dietrologismo. Diciamo sempre che è segno di intelligenza saper cambiare opinione, se DM l’ha cambiata e così in meglio, tranne gli immarcescibili adepti, dovremmo tutti gioire. Sarà difficile, ma proviamo a fare come gli americani, diamogli una seconda occasione. Sui mea culpa si sono ricostruite cattedrali.

 

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28 Febbraio 2022 , Scritto da enrica bonaccorti

Brano tratto da un mio racconto ambientato nel futuro

Dal Big-Bang al Big-Cut  scritto nel 2010

 

 

Con le nuove tecnologie al servizio della distruzione, in pochi anni siamo diventati sempre più bravi ad annientarci, soprattutto a farci vivere nel terrore. Sulla nostra testa oscillava perenne una spada di Damocle sospesa a un sottile crine d’uranio, e quando qualcuno pensò che gli convenisse, bastò un lieve tocco sulla tastiera e due intere città in due diversi continenti  implosero all’unisono.

Touch, e tutta quella vita sparì in un buco nero.

Annientamento totale, rapido e ordinato, neppure un granello di cenere oltre il perimetro.

Fu allora che ovunque il Potere s’impadronì delle regole, e con molti alibi e qualche ragione, le adattò alla paura.

Ma quando si capì che nessuna ‘regola cattiva’ poteva rendere il mondo più buono, si decise che era meglio darci un taglio. Un grande taglio. Big Cut!

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Elisabetta, grande Regina e grande Donna

21 Aprile 2021 , Scritto da enrica bonaccorti

Elisabetta, grande Regina e grande Donna

Oggi Elisabetta compie 95 anni. Credo sia il compleanno più triste della sua vita, a pochi giorni dalla perdita di suo marito e spero non accada quello che abbiamo visto più volte: in una coppia molto anziana che ha vissuto tutta la vita insieme, chi resta a volte segue a breve chi se ne va. Non la Regina, la più forte di tutte le vedove, che ha un traguardo da raggiungere: fra pochi mesi, a febbraio 2022,  arriverà a 70 anni di Regno, il più longevo di ogni tempo, che Elisabetta ha governato e difeso sempre insieme a suo marito Filippo. Ora è sola, più curva, ma non più debole. Ha già dato un magnifico segnale della sua forza: la foto ufficiale che Buckingham ha diffuso per il suo anniversario, ovviamente col suo beneplacito, la mostra sorridente, addirittura radiosa, colori accesi e occhi ridenti, quanto di più lontano dai suoi sentimenti di queste ore, ben più cupi. Ma il suo sorriso colorato è un’ennesima prova di quanto tenga alla sua Nazione e ai suoi sudditi, che con quell’immagine gioiosa vuole sollevare da un’ulteriore tristezza in un periodo già così triste. Nessun colpo di cannone, nessun festeggiamento, né ufficiale né privato, un piccolo pranzo con pochi familiari, poche visite pianificate a rotazione, e l’assenza di suo figlio Charles e dei suoi nipoti William e Harry, già volato via oltreoceano, a Los Angeles. Pandemia e lutto hanno dato alibi a certe mancate riunioni, ma è inevitabile che a breve sarà necessario mettere a lato le questioni personali per ridisegnare i ruoli dei componenti la famiglia reale e definire i passaggi della successione. Elisabetta ha 95 anni, il prossimo 6 febbraio avrà sulle spalle 70 anni di Regno, alla sua scomparsa o alla sua decisione di lasciare il trono, il protocollo dinastico prevede l’investitura del primogenito Charles, che diverrà Re, un Re senza Regina. A Camilla spetterà infatti solo il titolo di Principessa consorte, e questo l’ha voluto proprio lei, contrastando le intenzioni di suo marito. Dunque è certo che il principe Charles diventerà King Charles, ma mi chiedo per quanto tempo? La sua designazione potrebbe essere l’imprescindibile snodo per dare molto presto spazio, onore e soprattutto oneri a suo figlio William, pronto al ruolo e già fornito di Regina, la commoner più all’altezza di diventare un’altezza reale che ci sia.

Perciò Elisabetta resisti! Alla tristezza, alle provocazioni, agli intrighi.. hai un lunghissimo allenamento, ancora un piccolo sforzo e lascerai al tuo Regno la tua forza e la tua saggezza, accolta dal sorriso sornione di Filippo che ti abbraccerà con una battuta delle sue: “Mi fai sempre aspettare Lilibet..”

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Bastian contraria... 😘

23 Marzo 2021 , Scritto da enrica bonaccorti

‘Mi sedetti dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati’ (cit. Brecht )

Questa frase mi è venuta in mente pensando alla crociata di questi giorni contro i cosiddetti Vip che postano foto da luoghi esotici in questo periodo di clausura. Si tratta nella quasi totalità di ‘influencer’ che si giustificano adducendo per quei viaggi ragioni di lavoro. Qui alzo le mani, perchè non ho competenza per valutarne la veridicità o la necessità, ma neppure per non credere alle loro motivazioni. Ma il punto non è questo. L’accusa si basa sul mostrarsi liberi all’aria aperta in luoghi lontani e meravigliosi in un periodo in cui siamo tutti chiusi in casa. Chiusi ma con le dovute modulazioni delle regole, le stesse che permettono a me di arrivare agli studi televisivi per il mio lavoro, ad altri di raggiungere altri luoghi con motivazioni plausibili, e a questi ‘Vip’ di arrivare alle Maldive e postare foto come salamandre al sole. Non li applaudo, ma non me ne sento minimamente offesa, e se è dimostrato che questo rientra nel loro ‘lavoro’, cosa rimane? Una condanna morale? Un giudizio estetico? Una critica al cattivo gusto? Tutte posizioni comprensibili, ma a me pare che schierarsi dalla parte degli indignati con i toni esasperati che sento, significhi soprattutto dimostrare, e addirittura sdoganare, uno degli aspetti meno nobili e più frenanti del nostro Paese: l’INVIDIA.

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18 Marzo 2021 , Scritto da enrica bonaccorti

Gli errori non cessano di essere errori perché diventano di moda. (Chesterton)

Gli errori non cessano di essere errori perché diventano di moda. (Chesterton)

Dal primo momento ho pensato che, di tutte le sciocchezze che Harry ci aveva già mostrato di essere in grado di fare, quella di sposare Megan Markle fosse la più grave. Ma fin dall’inizio della Telenovela ho sentito soprattutto mielosi commenti e commossi paragoni con la principessa Diana, mentre io vedevo solo un’ipocrita arrampicatrice che affondava il suo tacco 12 nel ventre molle di una insperata magnifica preda. Indimenticata rubacuori fin dai tempi del liceo, sull’album aveva già attaccato figurine preziose: un paio di attori, un rapper, un campione di basket, un magnate argentino, un rampollo miliardario, come tutti gli altri del resto, fino al potente produttore che sposa a piedi nudi su una spiaggia Jamaicana, nelle bomboniere per gli invitati un profumato prodotto locale. Un paio d’anni e divorzia, libera così di fidanzarsi con uno chef Italo-canadese famosa star televisiva, con cui stava per andare a convivere. Sì, la duchessa di Sussex stava per diventare la signora Vittiello! Mentre organizzava il trasloco non immaginava certo che un incontro imprevedibile avrebbe fatto traslocare tutta la sua vita su un altro pianeta... La sua scarpina di cristallo ballò ancora per poco fra i polli arrosto poi si concentrò sui passi giusti per arrivare al casquet finale fra le braccia del principe. O forse ci è cascato lui fra le sue braccia? Lieve ironia, se fossi la Litizzetto mi potrei permettere di dire “Dal pollo arrosto al pollo”... Sicuramente ci sono tante donne dal cuore tenero che credono al cuore puro di Megan, ma credo che siano destinate a diminuire perché è sempre più evidente che, dal matrimonio in poi, la ragazza ha seguito un percorso ben preciso per farle conquistare l’unico Regno che le interessi: Los Angeles, California, America. Questo vedevo e prevedevo fin dalle prime mosse, e questo è accaduto. Mi è capitato di essere chiamata a dare la mia opinione, e confesso che mi sono sentita ‘la cattiva della compagnia’ nel dire come la pensavo e quel che presagivo, circondata da colleghi, e soprattutto colleghe, che invece esaltavano la storia d’amore rintuzzando ogni dubbio e condannando i miei. Una sola voce è sempre stata concorde con la mia, ma la più attendibile, informata e competente, quella di Antonio Caprarica. Anche nel prevedere il finale: divorzio. Megan coperta d’oro regina in esilio in America, Harry con la corona fra le gambe dall’altra parte del mondo, e forse in giro per il mondo recuperando un ruolo o perlomeno la sua individualità. Lei ha già fatto goal, il suo trono glamour non glielo può più togliere nessuno, sappiamo quanto gli States si inchinino incantati alla nobiltà europea. L’archetipo di Cenerentola si fonde con Pretty Woman, due favole irresistibili che intersecandosi si esaltano, in cui si infiltrano altri temi forzati ma di sicura presa mediatica: vittimismo, femminismo, razzismo. Tre cavalli vincenti che Megan cavalca alla grande (chissà che direbbe la Littizzetto) e che oltre ogni evidenza, le faranno vincere tanti altri premi e convincere tanti altri scemi, direbbe sempre la Littizetto...

 

 

 

 

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Platone - Un ragazzo è, di tutte le bestie selvagge, la più difficile da trattare.” Platone

15 Marzo 2021 , Scritto da enrica bonaccorti

Platone - Un ragazzo è, di tutte le bestie selvagge, la più difficile da trattare.”                                                                                                        Platone

Mi è molto dispiaciuto che il primo dei propositi di cambiamento enunciato da Enrico #Letta nell’incontro con #Fazio, sia stato l’abbassamento dell’età a 16 anni per poter votare. Forse perché basterebbe saper fare una croce? ‘Dobbiamo pensare ai giovani’ Certo! Ma diamogli istruzione, piuttosto, non diamo potere all’ignoranza. Se a 16 anni è legittimo ignorare ancora tanto ed essere invasi dagli ormoni, non mi pare invece legittimo nè opportuno da parte delle istituzioni ignorarlo. E comunque, non mi sembra una priorità in questo momento. Non capisco. Peccato.

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Un brevetto d’umanità

12 Marzo 2021 , Scritto da enrica bonaccorti

Non ho le competenze necessarie per dare opinioni sui vaccini nè sulla loro organizzazione, ma un commento in generale ce l’ho sulla punta della lingua e fin dall’inizio: trovo immorale che si tratti un presidio medico indispensabile alla sopravvivenza del genere umano, come un qualsiasi altro prodotto su cui si può contrattare, mettere all’asta, distribuire in modo privilegiato ai migliori offerenti. Oggi leggo questi titoli: “Sospendere i brevetti sui vaccini per garantirli a tutti” “Stop ai brevetti per sbloccare la produzione” ma chi è contrario obietta che questo potrebbe penalizzare gli investimenti nella ricerca delle aziende farmaceutiche. Come dire: a Big Pharma non conviene investire denaro per trovare i farmaci più potenti contro il virus se non può disporne come vuole e guadagnarci quanto vuole. E se altri cominciano a produrli in autonomia, questo non sarà più possibile. So di essere molto utopica e per niente pratica, ma almeno la salute, la salvezza dell’umanità non si dovrebbe vendere un tanto al chilo o a chi offre di più. Il vaccino contro la poliomielite salvò milioni di vite ed evitò che milioni di bambini rimanessero paralizzati o zoppi, e vorrei ricordare che il suo creatore, il prof Sabin, non volle brevettarlo, e rinunciò ad arricchirsi proprio per mantenere un prezzo che consentisse la sua più vasta diffusione. Disse solo “Lo dono ai bambini del mondo”. Erano gli anni ‘50.

 

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Genitori e Figli... solo Amore senza Numeri

14 Gennaio 2021 , Scritto da enrica bonaccorti

Genitore 1 e Genitore 2 non mi piace proprio! Capisco però che in una coppia omogenitoriale essere individuati come padre se sei femmina o madre se sei maschio, provochi il disagio e le proteste che hanno portato ai numeri 1 e 2. Fra l’altro mi chiedo: chi decide a chi attribuire l’uno e l’altro? Vale di più 1 perché arriva prima, o vale di più il 2 che è il doppio di uno? Insomma, gran confusione e si scontenta tutti! Proporrei una soluzione semplice semplice: le desinenze. Si potrebbero classificare come genitore e genitora, brutto ma sempre meglio dei numeri a mio parere, e con tutti i neologismi che hanno invaso la nostra lingua, questo mi sembra più che accettabile. Se la coppia ‘arcobaleno’ è femminile, saranno genitora e genitora, al maschile genitore e genitore. Per le coppie eterosessuali, poi, genitore e genitora individueranno automaticamente da chi è composta la coppia. Che fra le mura di casa saranno sempre Papà e Mammà, oppure Papà e Papà o Mamma e Mamma. L’importante è che siano bravi genitori e che i figli siano felici.

 

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