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Contro la Natura o contro la Norma?

23 Marzo 2019 , Scritto da enrica bonaccorti

Che cosa vuol dire Normalità? Se cerchiamo i sinonimi troviamo: abitudine/regolarità/prassi/consuetudine/ordine. Niente che riguardi la Natura? No, perché normale non vuol dire naturale. La norma nasce non dalla natura, ma da una cultura sociale che decide cosa sia normale e cosa sia diverso. E il ‘diverso’ per antonomasia è l'omosessuale, è lui, o lei, che va ‘contro natura’, e persino chi dice di non essere omofobo, spesso si chiede se l’omosessualità sia una cosa naturale. La risposta viene dalla scienza, e chiama in causa proprio quella Madre Natura tanto invocata da chi bolla ogni diversità come innaturale. La scienza ci informa invece che l’omosessualita è diffusa in molte specie animali, non solo nella nostra, la specie umana. Dunque è dentro la natura, altro che contro la natura! Riflettiamo piuttosto sul fatto che in tutto il regno animale, l'unica specie in cui coesistono omosessualità e omofobia, è quella umana. Ma visto che ho iniziato con i sinonimi, finisco con i contrari: il contrario di ‘diverso’ è ‘uguale’, il contrario di ‘normale’ è ‘eccezionale’. Anche il vocabolario toglie ogni alibi agli omofobi!                                                                                                  

 

 

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La grande bugia bianca....

17 Marzo 2019 , Scritto da enrica bonaccorti

La grande bugia bianca....

Quanto dolore ascoltando il Tg. A corredo delle notizie dalla Nuova Zelanda, vedo un riassunto delle recenti stragi dei suprematisti bianchi in tutto il mondo, compreso il revival del Ku Klux Klan in America. Ricorre una frase: la razza bianca. Se potessi, renderei obbligatorio dalla 1’ elementare l’insegnamento di una semplice informazione scientifica, cioè che la razza umana è solo una, e il colore della pelle, ogni sua sfumatura, dipende dal clima del territorio in cui i nostri  primi antenati si sono insediati, quando siamo usciti dal continente africano. Già, all’inizio eravamo tutti neri...

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7 Marzo 2019 , Scritto da enrica bonaccorti

L’8 marzo 1998 ho indossato un burqa nel centro di Roma, a piazza Colonna, sul marciapiede di fronte alla Galleria Sordi. Ero irriconoscibile, completamente nascosta dal burqua, una grata di stoffa violacea davanti agli occhi, mi sentivo soffocare, vedevo male, ero impacciata nei movimenti. Così nascosta abbordavo i passanti dicendo che volevo far conoscere la situazione in cui si trovano le donne in certi Paesi, e proponevo di provare a indossarlo. La reazione più frequente era quella di affrettare il passo, gli uomini strattonavano le donne che volevano provarlo. 

Nel 1998 non se ne parlava quasi, ma Bia Sarasini, la direttrice di “Noi Donne” per cui scrivevo, dette ampio spazio a quello che allora sembrava troppo lontano e ora ci sembra fin troppo vicino, e mi chiese di interpretare la donna velata e raccontare poi le mie impressioni. Di quei momenti sotto il burqa, oltre alla pesantezza, l’impaccio, e soprattutto l’asfissia, ricordo qualcosa di ancor meno piacevole: la netta sensazione che non si voleva sapere, conoscere, capire.. ma solo scappare. Come quando i bambini chiudono gli occhi per far sparire la realtà. Troppo a lungo siamo rimasti a occhi chiusi. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SCUSACI OLGA - Delitto d’onore nel 2019

3 Marzo 2019 , Scritto da enrica bonaccorti

“Ho perso la testa perché lei non voleva più stare con me. Le ho detto che lei doveva essere mia e di nessun altro. L’ho stretta al collo e l’ho strangolata”. Finalmente una confessione chiara e circostanziata, finalmente una giusta sentenza: ergastolo. Ma era solo il 1’ grado, poi riduzione a 30 anni per il rito abbreviato, per poi passare a 24, che diventano 16, ridotti di un terzo sempre per il rito. Un ergastolo (in teoria) di 16 anni (in pratica)? Dopo ‘l’obbligo flessibile’ possiamo aspettarci anche questo. Ma oltre agli sconti di pena, che a mio parere non dovrebbero essere applicabili agli omicidi, sono le motivazioni a far tremare i polsi. In primo grado la gravità del delitto era stata valutata anche in relazione ai “futili e abietti motivi’ e sanzionata con l’ergastolo, ma ora la Corte d’Appello ha sentenziato che bisogna tener conto della “soverchiante tempesta emotiva e passionale”  dell’assassino, delle sue “poco felici esperienze di vita”, del suo “teatrale tentativo di togliersi la vita” e della sua confessione. Secondo il tribunale queste condizioni sono“idonee a influire sulle misure di responsabilità penali”. Dunque un uomo con un passato poco felice, con un temperamento nervoso e geloso, che dopo l’omicidio beve vino e farmaci dichiarando che voleva togliersi la vita, può impunemente uccidere una donna, che fra l’altro conosceva da appena un mese, e confessarlo senza paura sicuro che troverà comprensione, e soprattutto riduzione per la  sua pena. Ma il delitto d’onore non era stato abolito nel 1981? Era già abnorme che fosse rimasto nel nostro codice fino a quella data, ma oggi, nel 2019, è stato nuovamente, sottilmente, scientemente applicato in un tribunale di Bologna. Le mie ultime parole sono per la vittima, Olga Matei, 46 anni, strangolata a mani nude da un uomo di 57 anni che frequentava da poche settimane e che non voleva frequentare più. Questa la sua colpa, questo sembra essere il vero delitto, ma per lei nessuno sconto, nessuna riduzione, se non quella, definitiva, della sua esistenza. Addio Olga, scusaci.

 

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