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Dov’è finito il Plagio?

8 Marzo 2024 , Scritto da enrica bonaccorti

Dov’è finito il Plagio?

 

Sono anni che ripeto che c’è un vuoto legislativo gravissimo perché lascia campo libero a chi vuole ingannare, imbrogliare, carpire la buona fede, se non obnubilare del tutto la capacità di discernimento altrui. Dai danni patrimoniali a quelli esistenziali non c’è difesa. Perché c’è un lasciapassare per chi vuole rovinarci la vita: l’abolizione del reato di plagio. Siamo tutti fragili in qualche momento della vita, ma alcuni sono più fragili per l’età avanzata o per un’adolescenza tormentata, per una personalità debole, per una grande solitudine… Tutti terreni fertili per chi vuole approfittarne. Fino alla sua cancellazione nel 1981, la legge diceva che:

Chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione, è punito con la reclusione da cinque a quindici anni.

Della sua abolizione sono venuta a conoscenza soltanto vent’anni fa, e con grande stupore. Allora pensai che il motivo di non considerare più il plagio come reato fosse l’incapacità di verificare l’accaduto, di valutare i comportamenti dei carnefici e le condizioni delle vittime. Praticamente una confessione d’impotenza legale: visto che non siamo capaci di fare giustizia, fate quello che volete. Mi sembrava il mio solito pensiero troppo semplice, chissà quale lacciuolo legale mi sfuggiva… ma oggi scopro che il mio ragionamento non era così distante dalla verità: per la Corte Costituzionale il plagio è incostituzionale perché è indeterminato. Questo vuol dire che non si conoscono, né sono accertabili, i modi con i quali si può effettuare l'azione psichica del plagio, né come è raggiungibile il totale stato di soggezione che qualifica questo reato. Insomma, senza strumenti certi di indagine, senza capacità di comprendere, si rinuncia! E così imbroglioni di ogni tipo possono turlupinare singoli cittadini fragili o la fragilità di intere masse, senza che si possa intervenire per bloccarli. Penso alle varie veggenti e maghi che illudono migliaia di italiani e incassano migliaia di euro, ai tanti eredi che si occupano dei papabili benefattori riuscendo a convincerli solo a proprio vantaggio, famiglie disgregate per l’intromissione di un estraneo che sa come far cambiare idea a chi gli conviene. Quanti sono i casi privati e pubblici che abbiamo visto accadere sotto i nostri occhi? Nipoti e badanti, grandi anziani con grandi patrimoni, fino alle tragedie delle Sette, più o meno sataniche. Essere condizionati è più facile e frequente di quel che si pensa, possiamo esserlo senza averne coscienza, magari ringraziando persino chi ci inganna. Oltre alla classica manipolazione che certe personalità forti sanno esercitare su quelle più deboli, ci sono metodi di comunicazione ‘modellante’ che si possono studiare e imparare. Tecniche che somigliano a una sorta di velata ipnosi, ancora più incosciente perché, senza evidenza, porta sempre più la vittima a formulare pensieri e a prendere decisioni non sue. È una situazione subdola e pericolosa, perché la capacità di intendere non sembra violata, si risponde correttamente su questioni banali, si ricorda la propria vita, si fanno anche le moltiplicazioni, ma se si adopera bene il metodo, i pensieri andranno in un’unica direzione, quella programmata da chi vuole approfittarne. Nel nostro Parlamento che ha cancellato il reato di plagio, quanti per esempio conoscono la PNL? Non è una sigla politica o economica, la Programmazione Neuro Linguistica è una metodologia psicologica che riesce a condizionare il nostro cervello anche attraverso le parole, una tecnica di Counseling che, applicata nei giusti ambiti e con le giuste finalità, può ottenere risultati benemeriti, ma se usata come grimaldello di menti fragili, può ridurre l’altro alla sua mercé senza che se ne renda conto. Il plagio lascia nella sua scia famiglie spezzate, vite rovinate, patrimoni derubati. Non è un piccolo reato il plagio, ma per il nostro ordinamento giuridico non è neppure un reato?! A me sembrerebbe invece cosa buona e giusta riconsiderarlo tale, lavorarci su per migliorarlo e dare finalmente ai cittadini i necessari strumenti di legge per difendersi da quei delinquenti impuniti che rubano la mente e i soldi a chi è più indifeso. In tutto il Parlamento c’è chi avrebbe voglia di occuparsene, o va bene così?

 

 

 

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