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Attenuanti ricorrenti..

11 Aprile 2024 , Scritto da enrica bonaccorti

Ancora una volta le terribili cronache di questi tempi ci raccontano le tragiche storie di uomini e (soprattutto) di

donne a cui in varie forme è stata tolta la vita. Nei casi in cui gli assassini sono individuati e di conseguenza incriminati, inizia il processo. Ma iniziano anche tutti i ‘distinguo’ che la legge permette. Un caso esemplare è l’omicidio Impagnatiello, che oltre l’evidenza e l’ammissione di responsabilità, è arrivato alla sesta udienza del processo. Nelle aule di giustizia c’è battaglia sulla premeditazione, anche questa evidente in comportamenti accertati, ma si arzigogola, si chiedono perizie di psicologi e psichiatri, si danno sponde a sconti di pena e tutto quello che può essere una diminuzio di responsabilità. Ma a parte questo caso emblematico, è un protocollo che si ritrova sempre nei tribunali, persino se l’assassino è colto in flagranza mentre affonda il coltello nella schiena della sua vittima.  Chissà che pensieri lo attraversavano, chissà se era depresso, chissà cosa aveva mangiato la sera prima…

L’unica differenza di valutazione vorrei fosse soltanto fra omicidio e omicidio colposo, cioè senza intenzione di uccidere. Gia il preterinzionale, cioè procurare lesioni che anche senza volontà pregressa portano alla morte, merita una pesante punizione. Ma il massimo della pena lo meritano Tutti gli altri omicidi: tutti coloro che hanno volontariamente tolto la vita a un’altra persona, dovrebbero essere a loro volta privati della vita. Non fisicamente, noi non siamo assassini, ma socialmente non dovrebbero più avere diritto a vivere fra noi, né ora nè mai. Così come le loro vittime non torneranno più.. La morte non fa sconti, altro che sconti di pena.

 

 

 

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